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Paradigmi in psicopatologia

PARADIGMI IN PSICOPATOLOGIA

Per molti anni il comportamento umano patologico è stato studiato da due punti di vista antagonisti:

1) somatogenetico (continua a dominare fino al XX secolo nella psichiatria) per cui l’alterazione mentale è dovuta ad una disfunzione fisica;

2) psicogenetico per cui il disagio è spiegato in termini psicologici mentre l’organismo è considerato integro.

Il punto di vista psicogenetico emerse verso la fine del XVIII e nel XIX secolo a partire dal lavoro di Mesmer, di Charcot e di Breuer con l’utilizzo dell’ipnosi sui casi di isteria, allora piuttosto frequenti. Esplode poi pienamente con la teorizzazione e la pratica della psicoanalisi di Sigmund Freud.
Ancora oggi esistono operatori che si muovono secondo tali estremismi, mentre una buona parte guarda sempre di più all’utilità di tenere conto di tutti i fattori biopsicosociali  che possono determinare la salute come la malattia, che si sviluppano lungo un continuum e sono quindi scarsamente definibili in termini assoluti.
Paradigma = è un modello teorico preso come riferimento; ciò che Thomas Khun definì nei termini “un risultato scientifico universalmente riconosciuto che, per un determinato periodo di tempo, fornisce un modello e soluzioni per una data comunità di scienziati”.

Principali paradigmi in psicopatologia: fisiologico o medico, psicodinamico o psicoanalitico, dell’apprendimento, cognitivo, umanistico.

PARADIGMA FISIOLOGICO  

  • Corrisponde al modello medico
  • Comportamento definito patologico in base alla presenza di sintomi, per cui questo è assimilato alla malattia
  • L’insieme di sintomi definiscono le sindromi patologiche che vengono classificate per permettere la diagnosi
  • Il trattamento è su base fisiologica: farmaci, psicofarmaci, elettroshock…

 

PARADIGMA PSICOANALITICO
  Sigmund Freud

  • Originariamente sviluppato da Sigmund Freud (1856-1939)
  • Teoria pulsionale (principio di piacere) e scoperta dell’Inconscio
  • Mente suddivisa in tre strutture: Es, Io e Super-Io
  • Stadi dello sviluppo psicosessuale: stadio orale, anale, fallico, fino al complesso edipico, il periodo di latenza e lo stadio genitale
  • Meccanismi di difesa: rimozione, proiezione, spostamento, formazione reattiva, razionalizzazione, ecc.
  • Trattamento delle nevrosi è la terapia psicoanalitica che utilizza il metodo delle libere associazioni, l’analisi delle difese, dei sogni, del transfert, ecc.
  • Molte le terapie di derivazione analitica: la psicologia analitica di Carl Gustav Jung, la psicologia individuale di Alfred Adler, la psicologia dell’Io di Heinz Hartmann, la psicologia del Sé di Heinz Kohut,  l’approccio interpersonale di Harry S. Sullivan, la psicosintesi di Roberto Assagioli, l’analisi transazionale di Eric Berne, ecc.

 

PARADIGMA DELL’APPRENDIMENTO
 Joseph Wolpe

  • Focus di interesse è il comportamento manifesto, senza indagarne l’esperienza soggettiva
  • Comportamentismo sviluppato a partire dagli studi di Ivan Pavlov sul condizionamento classico, da John Watson (1913), Edward Thorndike, Burrhus F. Skinner e gli studi sul condizionamento operante e sul principio del rinforzo
  • La terapia comportamentale mira perciò alla modificazione del comportamento disfunzionale attraverso essenzialmente il principio del controcondizionamento
  • Molto utilizzata è la tencica della desensibilizzazione sistematica elaborata da Joseph Wolpe (1958); altre tecniche sono l’addestramento assertivo, la token economy, il modeling di Albert Bandura, ecc.

 

PARADIGMA COGNITIVO
 Albert Ellis

  • Focus di interesse è la cognizione: processi mentali della percezione, del riconoscimento, dell’ideazione, del ragionamento e del giudizio.
  • L’apprendimento è considerato più complesso rispetto alla visione dei comportamentisti e l’indagine è centrata su ciò che avviene tra lo stimolo e la risposta comportamentale
  • La terapia cognitivista mira ad una ristrutturazione cognitiva, ovvero a modificare i processi di pensiero
  • Le più note sono la terapia razionale emotiva di Albert Ellis sulle “credenze irrazionali”; la terapia cognitiva di Aaron T. Beck; la terapia cognitivo comportamentale; neocognitivista o costruttivista di George Kelly, la terapia multimodale di Arnold Lazarus, ecc.

 

PARADIGMA UMANISTICO
 Fritz Perls

  • Intorno al 1950 Abraham Maslow reagì al predominio di psicoanalisi e comportamentismo sviluppando la cosiddetta “terza forza”, detta anche analisi esistenziale, movimento del potenziale umano o della crescita personale
  • Presupposto: l’organismo umano è di per sè sano, pieno di risorse e orientato alla realizzazione di sè; enfasi sulla libertà personale
  • La terapia umanistica per eccellenza è l’approccio centrato sul cliente di Carl Rogers, dove la patologia è considerata il risultato dell’eccessiva sensibilità ai giudizi altrui e la negazione della propria personale unica natura. Centrale è l’utilizzo dell’empatia per favorire la crescita.
  • Note l’analisi esistenziale di Rollo May, di Abraham Maslow, la logoterapia di Viktor Frankl, la terapia della Gestalt di Frederick S. Perls, ecc.

 

Simona Gianchecchi

Nata nel 1973. Fin da piccola affascinata dalle grandi tematiche umanistiche ed esistenziali. Laureata in Psicologia all'Università di Padova nel 1999. Specializzata in Psicoterapia e in Analisi Transazionale nel 2006 a Roma.